A volte viene da chiedermi: “Rinasceresti uomo?”. La risposta è sempre la stessa e negli anni sempre più convinta: mai e poi mai! Eppure a tratti mi è venuta voglia di essere uomo, soprattutto nell’età adulta, confrontandomi con il mondo del lavoro o sentendo sempre più pressanti i “doveri” materni, di moglie, di figlia. Ma fermo restando che non scambierei mai i miei tacchi a spillo per degli eterni mocassini, mi sono anche chiesta cosa realmente gli uomini invidiano alle donne. Mi ha risposto un amico sincero, che non ha paura di infrangere i tabù maschili e che mi ha elencato con grandissima ironia 5 cose che gli uomini invidiano alle donne. Buona lettura…
5 cose che noi uomini invidiamo alle donne (ma che non ammetteremo mai)
Premessa numero 1: amo le donne.
Le donne sono delle creature fantastiche e al tempo stesso enigmatiche. Sono capaci di grande generosità e di incredibili sacrifici.
Senza le donne, il mondo sarebbe sicuramente un luogo triste e inospitale, ma soprattutto noiosissimo.
Premessa numero 2: non rinascerei MAI donna.
Le donne sono in grado di autoinfliggersi le peggiori torture e la cosa più grave è che spesso lo fanno non per un puro piacere masochistico ma, udite udite, unicamente per piacere a noi uomini.
Ma ci pensate? Ci pensate che una donna è capace di sfidare i rigori dell’inverno andando in giro in minigonna e collant in gennaio (cosa che farebbe drizzare i peli a chiunque) pur di mettere in mostra le gambe nella speranza di catturare il nostro sguardo?
E che dire dei tacchi, sempre e comunque, anche quando le invitiamo per una romantica passeggiata in montagna o per un aperitivo nel centro di Roma, dove i famigerati “sampietrini” si trasformano inevitabilmente per loro in una trappola mortale?
Per non dire della piccola “tortura” della depilazione: via i baffetti, via il pelo sotto le ascelle, gambe sempre lisce come la seta e inguine a prova di perizoma..zac zac!
E tutto questo mentre noi maschietti gongoliamo perché torna di moda la barba lunga: “vabbè, una seccatura in meno al mattino”.
Nonostante tutto questo, ci sono alcune cose che ho sempre invidiato alle donne e sono certo che tanti altri maschietti la pensano come me. Il problema è che nessuno di noi rappresentanti del presunto “sesso forte” lo ammetterà mai. Nel mio piccolo, vorrei qui infrangere questo tabù e giocare una volta tanto a carte scoperte, svelando quali sono a mio parere gli aspetti della vita di una donna che invidio maggiormente.
Capitolo make up
Sei nato brutto? Madre natura non è stata particolarmente generosa con te? Se sei una donna, hai un intero arsenale di armi di precisione a tua disposizione, oltre a uno stuolo di professionisti specializzati, pronti ad aiutarti a correggere il tiro. Se sei un uomo, le tue armi sono drammaticamente spuntate.
Ombretto e mascara per rendere profondo e sensuale un occhio da triglia, matita e rossetto per trasformare in labbra voluttuose quelle a fessura da salvadanaio, fondo tinta e correttori per cancellare dal volto brufoli e macchie come si faceva a scuola con gli errori nell’esercizio di matematica, tinte più o meno verosimili per allontanare fino ai limiti della fantascienza lo spauracchio dei capelli bianchi. E tutto questo per non toccare il tasto “chirurgia estetica”, “punturine”, “filler” et similia.
E noi maschietti? Niente trucchi (fanno checca), niente tinta (fa Peter Pan), niente chirurgia estetica (fa insicuro). Morale della favola: cesso sei, cesso rimani. Tiè.
2. Capitolo trasporti
Se stai corteggiando una donna o se vuoi invitarla fuori a cena, vedi di procurarti rapidamente un mezzo di trasporto a motore, possibilmente comodo, costoso, con interni in pelle e fresca di autolovaggio.
Ma dov’è scritto che l’autista debba essere di regola il maschio? Care femmine, vi scaldate tanto davanti al luogo comune che vi descrive come delle catastrofi alla guida? Bene, quale migliore occasione per contribuire allo smantellamento di questo odioso pregiudizio che offrirvi voi stesse di passare a prendere l’uomo che vi invita a uscire e quindi riaccompagnarlo a casa a fine serata?
3. Capitolo abbigliamento sul posto di lavoro
D’estate se noi maschietti ci azzardassimo a presentarci in ufficio in bermuda e infradito, come minimo ci scapperebbe un richiamo disciplinare da parte del capo del personale.
Loro invece? Sembra che non aspettino altro per tutto il resto dell’anno, che potersi togliere finalmente di dosso tutto quello che possono.
Ecco allora che mentre noi maschietti sudiamo le classiche sette camicie (non per niente non si dice “sudare sette camicette”), ecco che loro sfilano in ufficio come fossero in piazzetta a Capri: canottierine che poco lasciano all’immaginazione, gonne mini che più mini non si può, di calze neanche l’ombra e soprattutto sandaletti, infradito, zoccoli & affini ai piedi.
Ne conosco un paio che con l’arrivo della bella stagione bruciano anche i reggiseni come in un rituale apotropaico. Della serie: tremate tremate, le streghe son tornate. W la libertà!
4. Capitolo lacrime
Alle donne le lacrime si perdonano facilmente: “è una ragazza tanto sensibile”, “si immedesima sempre nel dolore del prossimo”, “sta attraversando un momento difficile”.
E noi? Piangere per noi uomini significa spesso essere considerati fragili o insicuri.
Per quanto mi riguarda, negli anni io ho imparato a non curarmi di questo pregiudizio e, a ogni buona occasione, un bel pianto liberatorio me lo faccio. Anche in presenza di un folto pubblico (maschile o femminile poco importa).
Eppure per molti uomini il pianto, l’idea di manifestare apertamente attraverso le lacrime un dolore, un momento di debolezza o una crisi passeggera rimane un grandissimo tabù (a mio parare ingiustificato)
5. Capitolo scuse improbabili
La scusa sempre pronta quando non hanno voglia di far sesso: sono “quei giorni lì”.
Davanti a un argomento del genere, c’è poco da obiettare. Ma se le femminucce in questione non sono né le nostre fidanzate, né mogli o amanti abituali, ecco allora che la carta “quei giorni lì” diventa per loro un jolly, una ticket sconto da tirar fuori all’occorrenza anche tre, quattro, otto volte al mese senza alcun rischio di essere smentite. O, se ne avete il coraggio, provate a chiedere se vi permettono di fare una verifica..
di Luca Mangione
