Si chiama man bun, ma a me piace semplicemente definirlo lo chignon maschile. In principio in Italia fu Corona: il suo chignon un po’ samurai, un po’ bullo, era diventato un simbolo tamarro, poi lo chignon maschile è stato rivalutato e lo si vede sempre più spesso ad attori ma soprattutto calciatori e ho scoperto che esistono anche gli hair trainer.
Ho chiesto ai miei amici cosa ne pensassero. Mi ha risposto per le rime il mio amico Luca Mangione che in questo post mi spiega la tendenze dello chignon maschile.
Chignon sì, chignon no

Lo ammetto: non ho ancora deciso se quella dello chignon da uomo è una causa che intendo sostenere o meno. Ho sempre preferito i capelli corti. Anzi, molto corti. Cortissimi. Sono uno di quegli uomini che, da poco superati i 40 anni, ha la fortuna di avere ancora tutti i suoi capelli in testa. Al tempo stesso però sono anche uno di quelli che se dovesse iniziare a perderli o a vederli diradarsi da un giorno all’altro, non ne farebbe certamente un dramma e semplicemente adotterebbe la soluzione più radicale: testa rasata e passa la paura. Se si ha un cranio di forma regolare, il cosiddetto “military cut” dona praticamente a tutti e a molti regala anche una discreta dose di insospettata sensualità.

È innegabile però come la tendenza dello chignon (o, per dirla all’americana “man bun”) si stia diffondendo sempre più, complice anche l’adozione di questo escamotàge tricologico da parte di star del cinema, della musica o più recentemente dello sport.
Soppiantando l’altra grande tendenza in fatto di look maschile degli ultimi due anni, ovvero il grande ritorno della barba, lo chignon imperversa ormai in ogni dove: per strada, in palestra, in TV, sulle riviste patinate, sui red carpet, sui campi da calcio ecc. , con buona pace di chi (causa forza maggiore) è ormai impossibilitato non solo a raccogliere la propria chioma in un raffinato codino, ma anche soltanto a prendere in considerazione l’idea di una qualsivoglia acconciatura.

Sì, lo so. Starete pensando (specialmente se siete “amiche di smalto” appartenenti al gentil sesso) che noi uomini non facciamo altro che sconfinare ciclicamente nel vostro territorio, che scimmiottiamo il vostro look, che siamo tanto bravi a criticarvi quanto ad appropriarci alla prima occasione di atteggiamenti, mode e accessori tradizionalmente vostri. Verissimo. E lo chignon è soltanto l’ultimo di questi “scippi” in ordine di tempo.
Però, care amiche di smalto, sono altrettanto certo che siete disposte a chiudere un occhio su questi pericolosi sconfinamenti anche solo guardando qualcuna delle immagini di “amici di chignon” che ho scelto per illustrare questo mio piccolo spazio. O no?

Facciamo che non stiamo più tanto a sottilizzare su ciò che è mio e ciò che tuo e che ci scambiamo le mode da buoni amici, all’insegna dell’assoluta parità tra maschio e femmina?
Per chiudere, un paio di consigli per gli amici che stanno valutando seriamente l’idea di fare lo chignon:
- Punto primo: farsi lo chignon vuol dire raccogliere i capelli in un codino più o meno alto, sulla nuca o sulla parte alta della testa. Ergo: i capelli sono un requisito essenziale. Se somigliate a …. , meglio optare per un altro genere di acconciatura, fidatevi.
- Punto due: più i capelli sono lunghi, più devono essere puliti. In caso contrario il rischio è un effetto boomerang: raccogliere i capelli con l’intenzione di liberare il viso e offrire un senso di ordine e pulizia, ma apparire sciatti e poco curati.
- Punto tre: lo chignon lo stiamo prendendo in prestito dalla nostre amiche di smalto. Un prestito per volta è più che sufficiente. Eviterei ad esempio di tenerlo insieme con elastici appariscenti o di indossare altri accessori tipo shopping bag, appariscenti sciarponi o vistosi bijoux. A meno che non vogliate ricordare lui…

di Luca Mangione

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