Per tutti gli amanti del vintage Chanel, una notizia da non perdere: in occasione del Salone del Mobile di Milano saranno in vendita 30 pezzi esclusivi Chanel appartenuti alla collezione di Anna Piaggi, la più grande giornalista di moda, scrittrice ed editorialista di Vogue, scomparsa nel 2012.
Si potranno acquistare, o anche solo ammirare, sull’ e-store LaDoubleJ.com, che seleziona capi vintage particolari ed esclusivi dei principali brand.
In vendita 30 pezzi della collezione Chanel di Anna Piaggi

Trenta pezzi vintage davvero unici, alcuni dei quali regalati direttamente da Karl Lagerfeld ad Anna Piaggi. L’iniziativa è dell’ex fashion editor diventato imprenditore di moda JJ Martin che ha lanciato lo scorso anno LaDoubleJ, una piattaforma online di e-commerce dedicata ad abiti ed accessori vintage dall’appeal molto contemporaneo.

“Ho avuto l’opportunità di intervistare Anna Piaggi mentre era in vita e anche andare nel suo appartamento a Milano”, ha raccontato Martin a Vogue.com ” la sua casa era un luogo misterioso, scuro, barocco e ogni stanza nascondeva dei tesori di moda”.

Molte delle 30 collane, bracciali, orecchini e anelli sono Chanel, doni personali di Karl Lagerfeld, un amico di lunga data di Anna Piaggi ma non tutto è firmato, anche se è stato autenticato da Deanna Farneti Cera, esperta di vintage per eccellenza.

Questa notizia che ho trovato in rete sulla vendita della collezione Chanel appartenuta ad Anna Piaggi, ha risvegliato in me due ricordi: il primo un po’ “doloroso”, quando durante un viaggio a New York, proprio l’ultimo giorno del viaggio, avevo trovato in un meraviglioso negozio vintage what comes around goes around un orologio Chanel con cinturino a catena pazzesco e che sembrava fatto apposta per il mio polso.
Ma avevo speso talmente tanto durante i giorni trascorsi a New York che proprio non potevo fare quella follia, anche se vi giuro avrei restituito tutta la montagna di acquisiti per quell’orologio!

Il secondo ricordo è legato ad Anna Piaggi.
Ero una giornalista di moda alle prime armi, non sapevo nulla di fashion system e ad una sfilata vidi questa signora con i capelli blu e un improbabile cappellino.
Le chiesi un’intervista e lei con grande cortesia, ma senza nemmeno guardarmi in faccia, mi disse che avrei dovuto rivolgermi all’ufficio stampa di Vogue.

Da allora ho incontrato tante volte Anna Piaggi, perché non iniziava sfilata senza la sua presenza, e non ho più avuto il coraggio di avvicinarla ma di ammirarla sì, perché avevo capito che non era una semplice giornalista ma una storica del costume. Tutti i suoi variopinti outfit erano come dei tableau vivant in cui convivano tanti pezzi d’autore.

Piccola di statura, gigantesca per lo stile, non le interessavano le rughe e l’età ma indossava tutto quello che le passava per la testa: capi e accessori di grandi stilisti oppure vintage, quando nessuno vestiva ancora con abiti usati. Era una fashion victim ma non ossessionata dai brand e dal capo o accessorio top di stagione, ma dal costume, e dai pezzi cult che potevano davvero fare la differenza.
Difficile trovare una giornalista di moda così perché non basta vestirsi come un albero di Natale ma bisogna amare la moda come storia del costume.