Ho una cara amica giovane e fresca di matrimonio che ogni tanto punzecchio: “Ma quando lo fai un figlio?” Di solito mi guarda male e io capisco che esagero, ma oggi che ho aggiunto: “Te lo chiede anche il Governo!”…mi ha letteralmente mandato a cagare!
Da soli ci rendiamo conto di non poter chiedere a una donna, diciamo anche ad una coppia, quando concepiranno un figlio e mi chiedo come sia venuto in mente al governo di affrontare il tema della natalità e del calo demografico con un messaggio così diretto e peraltro costruito malissimo.
Tutti contro il Fertility Day

Che imbarazzo il #FertilityDay. Non mi piace il messaggio, non mi piace l’inglese (almeno fertilità sarebbe stato più intimo visto che comunque si sta interferendo nella nostra intimità); non mi piace lo slogan e soprattutto non mi piace che si entri nella nostra sfera privata, perché già abbiamo tante sfide da combattere quotidianamente e da risolvere, ci manca solo che noi donne dobbiamo sobbarcarci il calo demografico!
Non voglio parlare di politica, di Renzi e di questo Governo, che sono stati ampiamente e unanimemente distrutti, ma che questa iniziativa e campagna sia stata concepita e approvata da una ministra, Beatrice Lorenzin, e votata dal Consiglio dei Ministri, mi fa davvero pensare che siamo oltre, più giù del baratro. A tutto questo aggiungiamo una campagna media davvero imbarazzante e che sembra uno scherzo riuscito male!
Io mi chiedo, ma il ministro Lorenzin li ha letti questi slogan e da donna non è rimasta sconvolta?
La Campagna per il Fertility Day

Ho visitato il sito Fertility Day e non credevo ai miei occhi con quei messaggi stupidi, forse concepiti con l’obiettivo di raggiungere la massa, ma non siamo mica pecoroni che non capiamo le cose importanti e bisogna necessariamente banalizzarle con banane e clessidre!
Non c’è cosa che mi urta di più di più nella comunicazione quando per raggiungere un gran numero di persone, si immagina il pubblico come degli analfabeti che non hanno voglia di leggere, di informarsi ma vogliono solo messaggi semplici e diretti.
Mi sembra di vivere il fascismo (che fortunatamente ho scampato) con “Costituzione e fertilità”, cosa mi rappresenta “Le dimensioni non contano” con la sindrome da spogliatoio o di Pollicino per raccomandare gli uomini ad andare dall’andrologo, e dio ci scampi da “La donna e i suoi ovociti – nascono e invecchiano insieme” con quella odiosa clessidra.

Poveri uomini, con quella buccia di banana marcia!
Sintetizza bene Roberto Saviano in questo suo post:
#fertilityday @robertosaviano “Il governo chieda scusa agli italiani” https://t.co/FAb5UMa79n
— la Repubblica (@repubblicait) 2 settembre 2016
Ma al di là del cattivo gusto, mi sono chiesta quale fosse l’obiettivo di questa campagna e di questa giornata del 22 settembre. Credo intendessero comunicare qualcosa sul calo della natalità ma invece di agire sui problemi veri e creare leggi e strumenti per un clima favorevole alle nascite, si è fatta una gran confusione sull’infertilità, sulla fertilità, sul sesso, la cicogna, il bene comune, insomma la frittata è servita!

E allora prima di invitarci con tanta leggerezza a farei figli, riparliamone quando affrontiamo i problemi veri, tipo una campagna adeguata su come sottoporsi alle forme di procreazione assistita e renderla più accessibile, l’assistenza alle mamme, gli asili nido, il lavoro, le dimissioni in bianco, l’educazione sessuale dei ragazzi e ricordiamoci che le campagne media passano, mentre i figli restano e le donne sono sempre più sole!
Io sono una “brava cittadina”, perché ho contribuito al tasso di natalità con due figli ma ho tante amiche che non possono averne, per problemi legati alla salute, perché non trovano il partner giusto e ci sono coppie che non li vogliono e basta, ma poi stai a vedere che raccontano a me le loro motivazioni e chi sono io per farmi spiegare una scelta del genere?
Sono figlia unica con una madre che ha sempre lavorato molto e nessun datore di lavoro le ha fatto sconti, tutt’altro, che ha sempre pagato molte tasse e chiesto o ricevuto niente dallo Stato.
Sarò una sola, ma civile ed educata e se mi sentissi di vivere in un paese normale forse penserei anche ad un terzo figlio!