La logomania è tornata: dall’abbigliamento agli accessori i marchi diventano sfacciati.
Il 2018 segna sicuramente il ritorno della logomania: dall’understatement siamo passati al logostatement, vale a dire non solo mettere in bella vista il marchio ma anche comunicare che facciamo parte di una community di fashionisti che amano un brand. Ed è proprio questo il nuovo significato della logomania.
Se finora i loghi erano stati esibiti solo sugli accessori, con tele monogram per borse deluxe (vedi la lunga tradizione di Louis Vuitton, Gucci, Goyard), per il 2018 assistiamo ad una vera e propria invasione di loghi e monogram, fino a diventare quasi striscioni pubblicitari, almeno questo mi ricorda ad esempio, la stola di Balenciaga, tanto amata questo inverno.

Saremo tutti “logo-rati” dalla moda?
Le tendenze moda 2018 segnano il ritorno della logomania

Il monogram è tornato e sulle passerelle della moda Primavera Estate 2018 è un tripudio di marchi e loghi in bella vista!
A riportare alla ribalta la logomania, sono state le passerelle di Gucci.
Il culto del monogram viene celebrato come una religione da Gucci e dal suo demiurgo Alessandro Michele, che ha trasformato l’heritage GG della maison in uno statement sfacciato, esibizionista, preferendo al no logo uno stile che diventa status symbol.

La logomania non manca in passerella da Fendi, le cui cifre sono diventate gli intarsi di lusso di giubbotti e cappotti ma anche naturalmente sugli accessori.


Così un po’ per tutti i brand più famosi e se fino a qualche anno fa esibire in modo così sfacciato un marchio era diventato un po’ cheap, nei tempi moderni la logomania assume nuovi significati e si arriva fino all’ultima tendenza del Literal Labels, con t-shirt che riportano i segni distintivi del brand o del capo.

Logo Statement
Di recente ho avuto modo di intervistare Antonio Romano, maestro del brand design italiano, il quale in riferimento alla logomania mi ha raccontato:
Il boom degli anni 80 nasce dall’affermazione del prêt-à-porter, prima esisteva la Francia e l’alta moda e noi italiani eravamo interessanti perché avevamo una base artigianale molto importante.
Il prêt-à-porter milanese ha fatto un’operazione rivoluzionaria, che trova in Armani e Versace i più grandi protagonisti: partire dal presupposto di contenuto design per ricondurlo a criteri di produzione di serie e introdurre il brand come elemento di conferma.
La T-shirt con il marchio serigrafato non è uno strumento di moda ma è uno strumento per dare certezze a chi di suo non dispone di codici adeguati per potersi sentirsi a proprio agio con una t-shirt.
Quindi il logo grande o il logo piccolo è una questione che come sempre attiene alla capacità dello sguardo di cogliere il senso delle cose. Per poter raggiungere delle fasce meno strutturate c’è bisogno della visibilità del marchio, viceversa la fascia più sofisticata non ha bisogno del marchio e lo registriamo soprattutto nel luxury. Un esempio è Il brand Louis Vuitton che ha il problema dell’extra luxury perché sul luxury ha già vinto.

Un tempo indossare magliette con un logo sfacciato, oppure pensiamo alle tute con le felpe Ellesse, kappa, Umbro, con il logo grande e vistoso, era giudicato un po’ cheap e a volte anche elemento di derisione.
Oggi più o meno quegli stessi capi sono tornati tra gli editoriali di moda e si indossano in un contesto di stile.

Logo statement: se un tempo il logo è stato elemento di certezza, in alcuni casi di ostentazione economica, la logomania moderna assume un significato nuovo, di appartenenza.
Non si esibisce più un capo spiccatamente firmato come status economico (una funzione destinata soprattutto agli accessori) ma per esprimere appartenenza ad una community fashion.
Se il mio total look è completamente Gucci, non voglio solo comunicare che ho “capacità di spesa”, ma soprattutto che appartengo ad un gruppo, ad un clan…di Gucci, Fendi ma anche Tory Burch e altri… fino a diventare quasi testimonial ideale di quel brand.
In tempi in cui Instagram ha dato spazio al nostro narcisismo in termini di look, basta un tag alla Maison e ti senti subito parte dell’esclusivo mondo fashion, quasi una “testimonial virtuale”
Adesso non vi rimane altro che scegliere il vostro monogram, la vostra cifra (stilistica).

