Di Emanuela Filice
Avete presente quando diventate mamme e la cosa più spericolata che riuscite a immaginare di fare nel prossimo futuro insieme al vostro pargolo – dopo essere andati al bagno della baita bardati di tuta, calza maglia di lana, scarponi e, ovviamente, pannolino – è quella di portarlo al laghetto in monopattino senza casco, oppure girare per il quartiere a fare “dolcetto scherzetto”?
Bene, non dico che questi episodi non siano stati adrenalina pura, di quelli che ti lasciano lo sguardo incerto sul futuro e nemmeno troppo malinconico per il passato ma, credetemi, nulla supera il momento in cui vai con tuo figlio a ritirare la sua nuova MACCHINETTA. Ma andiamo con ordine.
Iniziamo col dire, mie care, che i tempi sono cambiati e anche l’affidabilità dei mezzi pubblici.
Di certo questi ragazzetti mica possono andare a scuola in tram, che fa freddo, è sempre in ritardo, viene spesso sostituito dalla corriera – che non è un modo nostalgico per chiamare l’autobus a Roma, ma è proprio la corriera degli anni sessanta – per poi tornare a casa tardi senza avere pranzato né studiato, prima di andare agli allenamenti, accompagnati da VOI, naturalmente. E, no!
E allora, nella severità dei tempi che caratterizza il rapporto genitori-figli, verso fine maggio, decidete di guardare negli occhi il virgulto e dire, – va bene, se mi prometti che quest’anno non ti farai rimandare sempre nelle stesse tre materie (o sei trasversale figlio mio, o vai in tram), “mamma ti fa la MACCHINETTA”.
Mai più Mamma Taxi il sabato sera

Certo, non appena inizierete – senza successo – la ricerca di qualcosa che abbia quattro ruote e non necessiti di un mutuo, proverete a ritrattare la solenne promessa, auspicando addirittura in una bocciatura, ma dovrete resistere.
La macchinetta, infatti, sarà fondamentale e insostituibile più per voi che per loro, per un unico, rilevante, decisivo, determinante e vitale motivo, ovvero: MAI PIU’ MAMMA TAXI.
La macchinetta, infatti, consentirà al giovane adolescente di iniziare il faticoso percorso di affrancamento, non solo dal tram ma, soprattutto, da voi e dal vostro sabato sera da NCC in incognito.
Fino a questo storico momento, infatti, due erano gli appuntamenti fissi del sabato: quello col parrucchiere e quello serale, nell’attività frenetica di accompagnare e riprendere i nostri figli per eventi e appuntamenti vari con gli amici. Che importa se avevamo anche noi degli impegni!? Al diavolo le nostre cene e i sabato sera passati a guardare “C’è Posta per Te”.
Noi, avevamo una missione, quella del servizio taxi gratuito, ovviamente!
Ammettiamolo, il sabato sera noi guidiamo per Roma e lo facciamo in perfetto stile film poliziesco americano. Ci aggiriamo tutti imbacuccati per le strade, nessuno ci deve vedere, nessuno dei loro amici deve anche solo sospettare che abbiano dei genitori. Dobbiamo mollarli a dieci isolati dal luogo dell’incontro, per riprenderli – traffico permettendo, e comunque mai in anticipo – all’angolo opposto della strada parallela, lampeggiando, ma senza dare troppo nell’occhio.
Come se questi ragazzini si materializzassero davanti a un locale, per poi sparire esattamente come sono arrivati. Con la sola forza del pensiero.
Ecco, con l’apparizione della macchinetta, anche noi potremo riappropriarci, non solo della nostra identità, ma anche del nostro sabato sera!
I vantaggi della Microcar

Per chi avesse un figlio sportivo, l’evento macchinetta sarà liberatorio dall’attività spola casa-sport-casa a giorni alterni, per i più fortunati, qualsiasi sia la temperatura e le condizioni atmosferiche.
Inoltre, la macchinetta, ci solleverà dal servizio pulmino che prevede, quasi sempre, qualche deviazione per accompagnare l’amico che abita proprio dietro l’angolo, alla Magliana, per esempio.
I nostri ragazzi, finalmente, potranno spostarsi da soli, saranno autonomi e responsabili e noi, responsabilmente, inizieremo i nostri fine settimana alcolici.
Non dimentichiamo, inoltre, l’apprezzabile vantaggio di poter usufruire dei nostri figli automuniti, tutte le volte che si dovrà fare la spesa o riacchiappare il fratellino a scuola e accompagnarlo alle attività sportive.
Il senso di gratitudine che campeggerà nei loro giovani cuori, creerà un senso di disponibilità verso i nostri bisogni, che si trasformerà in un vero e proprio sfruttamento minorile. Dalla spesa, alla tintoria, al mangiare per il cane, quando non ci andrà di uscire e restare sdraiati sul divano a non fare nulla, potremo contare sul figlio con la macchinetta (che tanto il parcheggio si trova facilmente, dai!).
Ecco, care amiche, non vi sembra tutto bellissimo?!

Certo, c’è da dire che prima che tutta questa meraviglia entri a regime, voi la macchinetta la dovrete prima trovare, e poi andare a ritirarla.
La prima fase è al limite del fantascientifico per rapporto prezzo-qualità e, infatti, quando, finalmente, si trova la macchinetta che tutto sommato ti puoi permettere – rinunciando solo al parrucchiere, all’aperitivo mensile con le amiche e ai pomodori freschi di Belmonte del fruttarolo sotto casa (vera trasgressione economica del bilancio familiare) – sei talmente felice che firmeresti col sangue qualsiasi clausola vessatoria che ti assicuri il possesso della scatoletta a motore.
E questo primo successo farà sì che, con passo allegrotto, accompagnerete il pargolo a ritirare quell’orribile motociclo, che presto sarà tappezzato con adesivi di dubbio gusto e abitacolo di musica assordante, ma che – ricordatelo – è viatico della vostra libertà.
Tuttavia, basteranno pochi metri di strada da percorrere al fianco del brillante neopatentato, e precisamente quelli che dividono il concessionario da casa vostra, a darvi la certezza che i test prima e le guide poi, sono serviti come serve la preghiera della sera per farvi dimagrire.
E restiamo lì, attonite, mentre un sedicenne spavaldo avanza a singhiozzi nel traffico di Corso Francia, stringiamo forte la cintura di sicurezza in una mano e il santino di San Cristoforo nell’altra, maledicendo l’ATAC e tutta la sua compagine aziendale, consapevoli che questo grande passo per l’umanità e per la loro indipendenza, sarà anche l’anello di congiunzione tra il nostro sabato sera sdraiate sul divano e il messo notificatore dell’ufficio contravvenzioni del Comune di Roma.
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