Siamo tutti smartphone addicted e questo ha cambiato non solo il nostro modo di vivere ma anche la nostra visione del mondo. Perché camminiamo sempre a testa bassa, i nostri occhi sono incollati al telefono sui social, sui messaggi, su internet, su quel piccolo schermo che è peggio di una droga perché la consumiamo tutti.
Ma la mia riflessione è anche un’altra: come faremo un giorno a spiegare ai nostri figli di camminare sempre orgogliosi, a testa alta?
Siamo tutti smartphone addicted

Ricordo quando mio marito comprò il primo iphone, che per me fu peggio di un’amante!
Era impossibile parlarci, incollato allo schermo a pensare ad altro in ogni momento della giornata.
Oggi il mio rapporto con lo smartphone è peggiore del suo e sono certa che se un giorno dovessi dimenticarmi il telefono a casa credo che impazzirei.
Con un grande senso di colpa, spesso mi interrogo su come farò un giorno a spiegare ai miei figli che quando si cena non si guarda il telefono. Sarà molto difficile dare argomentazioni efficaci, visto che nei ristoranti, a cena con gli amici, siamo tutti a testa bassa a guardare il cellulare.
Anche in discoteca è difficilissimo parlare e non per il volume della musica ma perché stiamo tutti al cellulare a postare e si balla a malapena, neanche più la musica riesce a trasportarci.
Vivere a testa bassa

Venti anni fa quando mi sono trasferita a Roma, raccontavo sempre che per me l’emozione più grande era camminare sempre con la testa all’insù, perché i palazzi erano fantastici e le bellezze più straordinarie le trovavi sui cornicioni, sui tetti, sulle guglie delle chiese.
A distanza di anni, e smartphone addicted, posso solo dirvi che Roma è piena di buche!

Ma quante cose del mondo perdiamo vivendo a testa bassa? a fare uno switch continuo tra il telefono e ciò che vedono gli occhi per strada.
Magari potremmo imbatterci in un “bacio rubato” o notare nuovi dettagli della strada che percorriamo tutti i giorni. E invece il massimo che riusciamo a fare è fotografare le scarpe delle persone o i look della gente e condividerli su Facebook commentando “ma che scarpe si è messa questa?”.

Pensate anche agli artisti, ai fotografi, come si può concepire la loro vita a testa bassa?
C’è anche chi ne ha fatto uno studio, come un ricercatore finlandese che si occupa di telefonia mobile, che ha dato vita al progetto ‘We Never Look Up’ mostrando nei suoi scatti come la telefonia mobile abbia rivoluzionato il nostro modo di comunicare.

Ma non è solo una nuova visione underground ma anche un atteggiamento della vita che può deprimerci. Camminare a testa alta, petto in fuori, ma vuoi mettere quanto fa sentire bene?
A testa bassa è tutto più circoscritto, grigio, inclusivo.

Cammineremo di nuovo a testa alta? Io credo di sì, ma non perché ci liberemo dalla dipendenza dal telefono ma perché parleremo solo ed esclusivamente con lo smartphone.
Una visione di un futuro non troppo lontano l’ho trovata nel film HER di Spike Jonze e interpretato da Joaquin Phoenix. Nel film il protagonista Theodore, pronipote degli smartphone e dei social network, distrutto da una relazione appena chiusa, occasionalmente cerca compagnia in una sorta di chat vocale. Finché non viene introdotto sul mercato un nuovo e sofisticato sistema operativo: Theodore incontra così il suo OS Samantha, una voce femminile intelligente, empatica e con una sua personalità in evoluzione.
Nel fim tutti girano per la città senza cuffie, senza fili e con le mani libere. Si cammina con la testa in su, ma in realtà lo sguardo è distratto perché stanno tutti parlando con l’auricolare al sistema operativo.

Adesso io non so con chi parleremo, come lo faremo e perché, ma so che c’è bisogno di “staccare un po’ la spina” e guardarsi negli occhi. Solo qui troveremo la realtà, la verità delle relazioni interpersonali. Non guardiamo ogni istante i nostri amici su Facebook, ma cerchiamo di conoscerne di nuovi, magari per strada e casualmente.
Solo concedendoci degli spazi “senza connessione” riusciremo a scoprire cosa ci circonda e i più efficaci rehab per smartphone addicted sono il parco, le discoteche, le serate con gli amici senza guardare il telefono; sono i bambini che sempre più spesso mi ripetono: “basta con questo telefono mamma!”. E spero che per quella strana legge del contrappasso, per cui i figli fanno sempre il contrario dei genitori, magari impareranno ad usare meno e bene lo smartphone.
Voglio farmi una promessa: recuperare una postura corretta, guardare il mondo, la bellezza di ciò che mi circonda a testa alta e petto in fuori, che forse è il modo migliore per vivere il presente e la vita lo sappiamo, è sempre troppo breve…
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